Ricerche in corso

Jonathan Kaplan, Gdrjews: La diplomazia ebraica della Repubblica Democratica Tedesca e il confronto con il passato

Il progetto, finanziato nell’ambito di una borsa Marie Curie, esamina i rapporti che, a partire dagli anni Cinquanta fino al crollo del muro di Berlino, si sono sviluppati tra la Repubblica Democratica Tedesca RDT e singole personalità, gruppi e organizzazioni ebraiche del blocco occidentale, evidenziando come questi rapporti abbiano avuto un peso importante per accelerare, in quella fase storica, il dibattito interno alla cultura della Repubblica Democratica sul “fare i conti con il passato” detto Vergangenheitsbewältigung.

Il progetto è il primo che pone l’accento sulle comunità ebraiche di diverso tipo come gruppo target delle relazioni internazionali della RDT. Grazie a questi rapporti essa ha potuto affrontare il confronto con la storia del nazionalsocialismo in una prospettiva diversa da quella utilizzata dalla Repubblica Federale Tedesca. Esso punta, inoltre, a sottolineare come gli scambi attivati con il mondo ebraico da parte della RDT siano stati condizionati anche dalla posizione della Germania est nei confronti del sionismo e dalle dinamiche geopolitiche prodotte dalla Guerra fredda, nonché dal ruolo svolto dall’Unione Sovietica nel conflitto mediorientale. In questa prospettiva questa ricerca punta a colmare una lacuna significativa nel corpus di conoscenze esistenti sulla storia contemporanea della Germania e dell’Europa nel periodo successivo al 1945.

 

Ilaria De Seta, I diari americani di Borgese (1935-1952)

Il progetto si inscrive negli studi sull’esilio intellettuale antifascista in America negli anni Trenta e Quaranta, mira a fare luce sulla collaborazione di italiani, europei e americani, focalizzando l’attenzione su Giuseppe Antonio Borgese (Polizzi Generosa 1882-Fiesole 1952), in America dal 1931 al 1952, sulle attività a stampo politico e sui rapporti con alcune figure di particolare interesse negli Stati Uniti (Thomas ed Elisabeth Mann) e in Italia (Benedetto Croce, Arnoldo e Alberto Mondadori), alla luce dei suoi Diari inediti (1935-1952), dieci quaderni manoscritti, redatti principalmente in lingua inglese, custoditi presso la Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, di cui si prepara la pubblicazione. I primi cinque (1928-1935) sono stati pubblicati da Gonnelli a Firenze per le cure di Maria Grazie Macconi nel 2020. Tutto parte da una domanda, la cui risposta spiegherà le ragioni e porterà a superare la lunga damnatio memoriae di Borgese: perché non è stato considerato un esule, parte della diaspora ai tempi dell’Europa totalitaria? Per rispondere a questo interrogativo bisogna fare un passo indietro e chiedersi perché un intellettuale affermato (e non apertamente antifascista) come Borgese fu spinto a lasciare l’Italia. I motivi sono per certi versi molto chiari, ma nello stesso tempo ancora oggi considerati non sufficienti per parlare di esilio: non fu mandato al confino, non fu estromesso dal proprio paese, non gli fu impedito di soggiornarvi. Ma le condizioni in Italia erano diventate per lui invivibili a partire dal memoriale redatto nel 1928 da Gaudenzio Fantoli, Rettore del Politecnico di Milano, che lo accusava di tradimento per la posizione assunta nel lontano 1918 relativamente alla questione dei confini orientali. Al memoriale seguirono esclusioni, intimidazioni e violenze. Quando Lauro De Bosis, liberale antifascista che insegnava oltreoceano dal 1926, gli propose di andare come Visiting Professor per un semestre all’Università di Berkeley, Borgese accettò.

Obiettivi: 1) trascrizione e traduzione in italiano dei dieci quaderni manoscritti contenenti i Diari americani inediti di Borgese custoditi presso la Sala Rari della Biblioteca Umanistica dell’Università degli Studi di Firenze, 2) definizione dell’apparato critico paratestuale dei diari, 3) preparazione delle note al testo, 4) stesura dell’introduzione al testo, 5) stesura della nota biografica dell’autore e della bibliografia critica.
Elisa Pareo, Gli italiani e la Seconda guerra mondiale nel Nord-Pas-de-Calais. Partecipazioni, integrazioni e ritorni

 

Elisa Pareo è dottoranda in Scienze Archeologiche, Storico-Artistiche e Storiche presso l’Università degli Studi di Verona, in cotutela con l’Institut Français de Géopolitique dell’Università di Paris 8. Nel corso della ricerca, ha svolto un periodo di stage presso l’Institut de recherches historiques du Septentrion dell’Università di Lille. E’ laureata in Storia e Civiltà all’Università di Pisa con una tesi dal titolo Oggi in Francia, domani in Italia! Il terrorismo urbano e il Pcd’I tra l’esilio e la Resistenza. Ha conseguito il diploma di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso la scuola dell’Archivio di Stato di Parma e ha collaborato con la Biblioteca-Archivio Emilio Sereni. Si interessa di Storia della Resistenza e del mondo contadino, ma soprattutto di antifascismo transnazionale e migrazione  economico-politica.

 

La ricerca di dottorato, dal titolo Gli Italiani e la Seconda guerra mondiale nel Nord-Pas-de-Calais. Partecipazioni, integrazioni, ritorni propone una studio socio-politico della comunità italiana nella regione tra il 1936 e il 1948. Lo scopo della tesi è di riflettere sull’impatto della guerra mondiale sulla partecipazione alla vita pubblica e all’attività politica di una comunità straniera. In primo luogo, ci proponiamo di contestualizzare l’arrivo della migrazione italiana nella regione e di descriverne il profilo socio-professionale. Tuttavia, la questione principale è studiare l’atteggiamento delle minoranze che agiscono a livello sindacale e politico. Gli attori in gioco saranno quindi il Consolato italiano di Lille, le associazioni fasciste e gli antifascisti, associati in gruppi italiani o aderenti alle organizzazioni di sinistra francesi; senza dimenticare la legislazione francese nei confronti degli stranieri e la sua applicazione da parte delle autorità pubbliche, in particolare durante l’occupazione tedesca.

 

Contatto: elisa.pareo@univr.it

 

Giovanni Brunetti, I pilastri dell’edificio. Le delegazioni provinciali dell’Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo (1944-1948)

Giovanni Brunetti è dottorando in “Scienze Archeologiche, Storico-Artistiche e Storiche” presso l’Università degli Studi di Verona. Si è laureata in “Storia e Civiltà presso l’Università di Pisa con una tesi dal titolo Dio non paga sabato! La defascistizzazione della provincia di Livorno (1943-1947). Ha frequentato il biennio della Scuola Archivistica, Paleografica e Diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze e collabora attivamente con l’Archivio di Stato di Livorno e l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea della provincia di Livorno. I suoi temi di ricerca spaziano dalla storia dell’omosessualità in età contemporanea a quella dell’immediato secondo dopoguerra, prediligendo un’ottica capace di tenere assieme casi locali e punto di vista nazionale, volta a far emergere discrasie e continuità.

Il suo progetto di dottorato intende studiare le delegazioni provinciali dell’Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo, l’organo costituito nell’Italia liberata nella primavera del 1944 per “defascistizzare” l’intera Penisola. Mentre infatti sono note le vicende politiche che segnarono il graduale passaggio dal sistema fascista a quello democratico grazie a varie ricostruzioni, ad oggi risulta assente una ricerca in grado di restituirci come si svolse tutto ciò in ambito locale. Lo studio di queste istituzioni che furono attivate in ogni provincia italiana dopo la Liberazione è in grado di quantificare e qualificare ciò che avvenne nella periferia dello Stato, evidenziando gli atteggiamenti di tutti i protagonisti (politici, istituzionali e sociali) chiamati a confrontarsi con tale problema.

Contatto: giovanni.brunetti@univr.it

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